Cronologia di Praga
A Praga
Vittoria della battaglia della “Montagna Bianca”
La fondazione del convento di Praga è connessa con la battaglia alla Montagna Bianca (una località alle porte di Praga), combattuta nel 1620 tra l’esercito dell’imperatore cattolico e le armate protestanti di Boemia. Ferdinando II, trovandosi in serie difficoltà per le condizioni dell’esercito, aveva chiesto al Sommo pontefice paolo V d’inviargli quale suo legato il padre carmelitano Domenico di Gesù Maria, «celebre per santità e valido aiuto». Con le sue preghiere egli avrebbe certamente ottenuto la vittoria. Padre Domenico, giunto in Boemia, aveva trovato un piccolo quadro raffigurante la nascita di Gesù. I protestanti l’avevano profanato forando gli occhi della Vergine.
Padre Domenico lo prese e se lo mise sul petto, invitando i soldati a pregare con lui. poi, salito a cavallo, si mosse in testa alle truppe che lo seguirono combattendo con incredibile valore. La vittoria fu al di là di ogni attesa: cantando le lodi di Maria, l’esercito cattolico entrò in Praga. Tornando a Roma, padre Domenico portò con sé il piccolo quadro che, per ricordare la vittoria, venne solennemente trasferito nella chiesa dei Carmelitani Scalzi, da allora chiamata S. Maria della Vittoria. Il favorevole intervento del padre Domenico, suggerì all’imperatore di chiamare i Carmelitani per portare avanti, in Praga e nell’impero, l’opera della riforma cattolica. Essi, proprio per ricordare la vittoria conseguita alla Montagna Bianca, diedero alla loro chiesa in Praga il titolo di S. Maria della Vittoria.
S. Maria della Vittoria
L’imperatore Ferdinando II offrì al Carmelo una ex chiesa protestante, con gli edifici annessi, la chiesa della SS. Trinità. Nel 1624 i Carmelitani Scalzi presero possesso della casa e, dopo aver consacrato la chiesa, col nuovo titolo di “S. Maria della Vittoria”, vi celebrarono la prima Messa solenne. La situazione si presentava assai difficile. Praga era ancora in gran parte luterana e, dalla sollevazione del partito protestante in Boemia (che segnò l’inizio della guerra di religione, la cosiddetta Guerra dei Trent’anni), erano passati appena sei anni.
Il dono della statua di Gesù Bambino
La statua di Gesù Bambino fu un dono della principessa Polissena di Lobkowitz, figlia di Donna Maria Manriquez de Lara, contessa spagnola.
La principessa aveva ricevuto la preziosa statuetta dalla madre, che l’aveva portata con sé dalla Spagna quale preziosa reliquia di famiglia. la storia di questa immagine cominciò nel sud della Spagna, a opera di uno scultore sconosciuto. Si dice provenga da un convento fra Cordoba e Siviglia, nel quale è tuttora venerata una copia in legno. La leggenda vorrebbe che a modellarlo fosse stato un frate carmelitano che avrebbe cercato di riprodurre nella statua le fattezze del Gesù Bambino apparsogli e che sarebbe morto in estasi davanti all’immagine ultimata.
Occupazione della chiesa e profanazione della statua
L’armata protestante, guidata dal principe elettore di Sassonia, giunse in Boemia e nel novembre 1631 pose l’assedio a Praga. A seguito di ciò, calarono dalla Sassonia i propagandisti protestanti, che entrarono di prepotenza nella chiesa di S. Maria della Vittoria. Tutti i Carmelitani erano fuggiti, tranne il Maestro dei novizi e un fratello laico, ma era impossibile opporsi alla violenza scatenata. Gli eretici saccheggiarono chiesa e convento, incarcerando anche i due coraggiosi Carmelitani, e profanarono la statua di Gesù Bambino mozzandogli le mani.
![]() | ![]() | ![]() |
Nuova minaccia dai Protestanti
Alla morte dell’imperatore cattolico Ferdinando II si ebbe una nuova minaccia protestante e il ritorno di p. Cirillo a Praga, dove riceve la promessa da Gesù Bambino.
Dopo lunghe ricerche, la statuetta venne ritrovata dietro un altare, carica di sudiciume. Padre Cirillo chiese al priore di poter ricollocare il piccolo Gesù al suo posto, nell’oratorio, affidandogli il bene del convento, della città e dell’intero paese. Ed ecco che il Santo Bambino esaudì la sua preghiera: Praga rimase immune da una nuova incursione nemica, in convento tornò la benedizione di Dio e, con essa, la tranquillità e la pace. Confortato da questi fatti, padre Cirillo sentiva in cuore una profonda gratitudine e si proponeva di onorare sempre più il caro Gesù Bambino.
Così, mentre un giorno era immerso in profonda preghiera dinanzi al piccolo re, sentì una voce interiore: «Abbiate pietà di me, e io avrò pietà di voi. Datemi le mie mani, e io vi darò la pace. Quanto più voi mi onorerete, tanto più io vi favorirò». Padre Cirillo si offrì di far restaurare la statuetta mutilata e, con l’aiuto di generosi benefattori, riuscì a riaverla bella come prima. E il Bambino ricominciò a esaudire le preghiere e a fare miracoli, come quello concesso alla baronessa Kolowrat.
Approvazione del culto
Ebbe luogo la solenne consacrazione dell’eremo del dolce Bambino e l’ approvazione del culto da parte dell’Arcivescovo di Praga.
Si decise di collocare la statuetta in una cappella propria, per la preghiera dei fedeli; nel maggio 1648 venne consacrato il primo Eremo del dolce Bambino Gesù. Immediatamente gli abitanti di Praga accorsero a raccomandarsi alla protezione del Santo Bambino, perché le truppe protestanti marciavano verso Praga. Entrarono, infatti, nella città ma senza l’intervento dell’artiglieria; il generale Königsmarck si presentò al convento carmelitano, requisendo tutti i locali e imponendo ai religiosi di ospitare numerosi soldati feriti. Visitando il convento, il generale entrò pure nell’Eremo del Santo Bambino, rimanendo colpito nel vedere il piccolo Re. Diede poi ordine di non molestare in nessun modo i frati, promettendo di sgomberare al più presto il convento.
Ricorso della popolazione a Gesù Bambino per chiedere l’immunità dalla peste
Per una cinquantina d’anni la vita nella capitale di Boemia era proseguita tranquilla e segnata da un certo benessere. Ma nel 1713 la popolazione fu colpita dalla peste che fece una spaventosa strage. In pochi mesi morirono più di 20.000 persone. I padri Carmelitani celebravano tutti i giorni la Messa nella cappella del Santo Bambino e i fedeli accorrevano a implorare aiuto. La loro fiducia non venne delusa: nessuno di coloro che si rivolsero a Gesù Bambino fu colpito dal terribile flagello.
Agosto 1713Maria Teresa d’Austria
Maria Teresa d’Austria in occasione della sua incoronazione a Regina di Boemia visita la cappella del Santo Bambino.
29 Aprile 1743
Editti di Giuseppe II
Verso la fine del Settecento, l’imperatore Giuseppe II, cresciuto con le idee del razionalismo francese che giudicava superstizione ogni forma di devozione popolare, emanò gli editti di soppressione e fece chiudere le case dei religiosi, compreso il convento in Praga: espulsi i padri Carmelitani, la devozione al Santo Bambino andò progressivamente estinguendosi. Per un secolo, la chiesa restò affidata all’ordine dei Cavalieri di Malta e il convento trasformato in ginnasio e dichiarato proprietà statale.
Fondazione della Confraternita del Santo Bambino e rilancio della devozione
Per un risveglio dell’amore al Bambino di praga si dovettero attendere i primi decenni del Novecento, quando il card. Carlo Kasper, Arcivescovo di Praga, fondò la Confraternita del Santo Bambino di Praga e realizzò alcune iniziative per far rifiorire la devozione: inaugurò un museo, diede l’avvio a una rivista e promosse diverse celebrazioni per ricordare il terzo centenario dell’incoronazione del piccolo Re. Furono queste le ultime solenni feste di Gesù Bambino celebrate a Praga: stava infatti per scendere sulla capitale boema il rigido inverno comunista che avrebbe avvolto nel silenzio il Santo Bambino.
La Provincia Ligure prende in carico il Convento di Praga
Quando il Padre Generale affidò il Santuario di Praga alla Provincia ligure dell’Ordine (1993), si fecero le trattative tra le provincia di Genova e quella di Cracovia: i provinciali si misero d’accordo che d’ora in avanti la provincia di Cracovia si sarebbe occupata della Slovacchia e quella di Genova, così saldamente legata a Praga dalla devozione a Gesù Bambino, della repubblica Ceca. Il 1994 è dunque l’anno del felice ritorno dei Carmelitani Scalzi, che affrontarono generosamente le innumerevoli difficoltà, soprattutto riguardo alla lingua del paese e al restauro della chiesa e del convento per la ripresa del culto a Gesù Bambino di praga, che proprio lì era fiorito e mai era cessato, neppure sotto la pesante mano del regime comunista.
15 Gennaio 1994Slany
Apertura della casa di formazione a Slany. Il Signore, inoltre, iniziò a suscitare alcune vocazioni locali, giovani pronti ad affrontare i notevoli disagi degli inizi, per servire il Carmelo: nel 1994 emetteva i voti perpetui il primo Carmelitano Scalzo cecoslovacco. Per poter formare questi giovani, si individuò un Convento ex-Francescano a Slany, un centro a venti chilometri da Praga: un edificio in buono stato, anche se da restaurare, con annesso un magnifico appezzamento di terreno. Ai primi di dicembre del 1997 fu inaugurato. Fin da subito destinato a Studentato di teologia, vi si conduce una vita molto raccolta.